Diritto Civile


Il Caso.it, Sez. Giurisprudenza, 27192 - pubb. 27/04/2022

Rendimenti dei Buoni Postali serie 'Q/P': l’ABF contro la Cassazione

ABF Roma, 08 Marzo 2022, n. 5410. Pres. Marinaro. Est. Cesaro.


Buoni Fruttiferi Postali – Serie “Q/P” – Rendimento – Integrazione dei rendimenti delle due Serie

Buoni Fruttiferi Postali – Serie “Q/P” – Rendimento – Integrazione dei rendimenti delle due Serie – Professionalità richiesta alle Poste

dei rendimenti delle due Serie – Codice Postale e delle Telecomunicazioni

Buoni Fruttiferi Postali – Serie “Q/P” – Rendimento – Protezione della domanda – Concorrenza –  Tutela del risparmio



La natura privatistica, di meri documenti di legittimazione (art. 2002 c.c.), propria dei buoni fruttiferi postali implica almeno che il vincolo fra emittente e sottoscrittore, che ha natura contrattuale, viene a formarsi sulla base del testo di volta in volta sottoscritto fra le parti. Di conseguenza, rispetto alla serie trentennale c.d. “Q/P”, in cui sul retro del modulo è stato apposto il timbro della meno redditizia serie “Q” soltanto per i primi 20 anni, lasciando scoperti (e affidati alla precedente “P”) i residui 10, il rendimento non può che essere regolato dalla combinazione dei tassi delle due serie.

Il comportamento tenuto da Poste Italiane rispetto alle serie “Q/P” – consistente nell’apporre i timbri di due diverse serie sul medesimo modulo, peraltro in modo confusivo lasciando scoperti i rendimenti di alcuni periodi di tempo – è indice di una rilevante trascuratezza, contraria agli standard di elevata diligenza che la natura professionale dell’attività svolta richiederebbe, e suscettibile di ingenerare un ragionevole affidamento del cliente sul più elevato rendimento del titolo sottoscritto.

In un mercato concorrenziale e caratterizzato da vincoli funzionali di protezione di una domanda particolarmente fragile, l’esistenza di vantaggi disciplinari assicurati ai sottoscrittori dei buoni postali non rileva certo ai fini di assicurare all’emittente un regime privilegiato di sottrazione alla disciplina comune, quanto, piuttosto, dall’angolo visuale del vantaggio competitivo d’impresa, nella prospettiva della maggiore appetibilità attribuita ai prodotti del risparmio postale. (Redazione IL CASO.it) (riproduzione riservata)


A cura di Dolmetta, Minneci, Mucciarone, Malvagna, Lentini, Bonfanti, Mager, Cipriani, Solarolo, Dassisti


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